La nostra azienda..
La nostra esperienza deriva dal lavoro quotidiano di 36 anni. Per noi il fine non è mai il denaro, ma produrre il miglior prodotto rispettando l'ambiente. Il collante più importante in famiglia non è il denaro, ma il rispetto e gi affetti per ognuno dei componenti.
venerdì 21 marzo 2014
I sassi sono il concime del vicino.
La concimazione non va
intesa come "restituzione" o "aggiunta", ma vero e proprio aumento delle
sostanze nutritive e mobilizzazione di quelle presenti nel terreno.
Oltre a ciò, la concimazione ha influenza sulla resistenza delle piante alle avversità parassitarie, sul ciclo biologico, sulla qualità e composizione del prodotto.
Esso stimola l'accrescimento, favorisce la formazione dei nuovi germogli e dei fiori, agisce sull'allegagione e sullo sviluppo dei frutti.
Il fosforo, insieme al calcio, è necessario per la formazione dei germogli, per la riproduzione, per l'efficienza dei cloroplasti.
Accelera il ciclo biologico specie nella fase di riproduzione neutralizzando l'azione ritardatrice dell'azoto.
la carenza di essi si riflette su scarsi sviluppo vegetativo e di fruttificazione.
Il potassio è molto importante per una buona fruttificazione.
Regola il consumo d'acqua della pianta attraverso la duplice azione di ritenzione idrica nei tessuti e di controllo della traspirazione; aumenta inoltre la resistenza della pianta agli eccessi di temperatura e alle malattie fungine.
Per poter scegliere il complesso più adatto occorre saper leggere le etichette, cioè interpretare il titolo del concime.
Sarà capitato a molti di noi , anche chi fa un po' di giardinaggio,di veder scritti sui sacchi del concime, a caratteri grandi, tre numeri (per esempio 20.7.24).
il primo numero corrisponde alla quantità di azoto presente espressa in percentuale, il secondo al fosforo, il terzo al potassio.
Oppure N.P.K. 20.7.24, dove N sta per azoto, P per fosforo e K per potassio.
In molti concimi complessi sono presenti anche i microelementi che sono scritti a parte.
Saputo cio' è meglio sempre farci consigliare e mai eccedere!
Oltre a ciò, la concimazione ha influenza sulla resistenza delle piante alle avversità parassitarie, sul ciclo biologico, sulla qualità e composizione del prodotto.
La concimazione in genere, si basa principalmente su tre elementi fondamentali che, a volte, possono scarseggiare nel terreno:
- azoto
- fosforo
- potassio
Oltre agli elementi fondamentali sono importanti, seppur in minime quantità, i cosiddetti microelementi.
Esso stimola l'accrescimento, favorisce la formazione dei nuovi germogli e dei fiori, agisce sull'allegagione e sullo sviluppo dei frutti.
Il fosforo, insieme al calcio, è necessario per la formazione dei germogli, per la riproduzione, per l'efficienza dei cloroplasti.
Accelera il ciclo biologico specie nella fase di riproduzione neutralizzando l'azione ritardatrice dell'azoto.
la carenza di essi si riflette su scarsi sviluppo vegetativo e di fruttificazione.
Il potassio è molto importante per una buona fruttificazione.
Regola il consumo d'acqua della pianta attraverso la duplice azione di ritenzione idrica nei tessuti e di controllo della traspirazione; aumenta inoltre la resistenza della pianta agli eccessi di temperatura e alle malattie fungine.
Per poter scegliere il complesso più adatto occorre saper leggere le etichette, cioè interpretare il titolo del concime.
Sarà capitato a molti di noi , anche chi fa un po' di giardinaggio,di veder scritti sui sacchi del concime, a caratteri grandi, tre numeri (per esempio 20.7.24).
il primo numero corrisponde alla quantità di azoto presente espressa in percentuale, il secondo al fosforo, il terzo al potassio.
Oppure N.P.K. 20.7.24, dove N sta per azoto, P per fosforo e K per potassio.
In molti concimi complessi sono presenti anche i microelementi che sono scritti a parte.
Saputo cio' è meglio sempre farci consigliare e mai eccedere!
mercoledì 5 marzo 2014
Sempre piu' nocciole turche nei dolci italiani
03/03/2014
pubblicato in: Economia - Attualita'
Le statistiche relative alle importazioni dei primi 11 mesi dello scorso anno mostrano come il 2013, se non ci saranno sorprese nei dati relativi a dicembre, risulterà l’anno record per le importazioni di nocciole nel nostro paese da oltre 10 anni. Infatti tra gennaio e novembre 2013 sono stati importati oltre 33 milioni di chilogrammi di nocciole sgusciate, di cui più di 29 provenienti dalla Turchia, il principale produttore mondiale di nocciole.
Era dal 2002 che non si registrava un livello così elevato di importazioni, quando si erano superati di poco i 34 milioni di chilogrammi. Nel complesso si stima che un terzo delle nocciole utilizzate in Italia nei dolci, nelle creme e nei gelati, sia di importazione. Una situazione che non consente di valorizzare appieno le nocciole italiane di qualità nei prodotti trasformati, non essendoci l’obbligo di informare il consumatore sull’origine delle nocciole utilizzate.
Solo in alcuni casi i trasformatori evidenziano volontariamente la provenienza delle nocciole impiegate nei prodotti. Ricordiamo che l’Italia è il primo produttore europeo di nocciole, il secondo mondiale, e può vantare ben tre denominazioni di origine riconosciute dall’Unione Europea, la Nocciola del Piemonte Igp, la Nocciola di Giffoni Igp, la Nocciola Romana Dop.
pubblicato in: Economia - Attualita'
Le statistiche relative alle importazioni dei primi 11 mesi dello scorso anno mostrano come il 2013, se non ci saranno sorprese nei dati relativi a dicembre, risulterà l’anno record per le importazioni di nocciole nel nostro paese da oltre 10 anni. Infatti tra gennaio e novembre 2013 sono stati importati oltre 33 milioni di chilogrammi di nocciole sgusciate, di cui più di 29 provenienti dalla Turchia, il principale produttore mondiale di nocciole.
Era dal 2002 che non si registrava un livello così elevato di importazioni, quando si erano superati di poco i 34 milioni di chilogrammi. Nel complesso si stima che un terzo delle nocciole utilizzate in Italia nei dolci, nelle creme e nei gelati, sia di importazione. Una situazione che non consente di valorizzare appieno le nocciole italiane di qualità nei prodotti trasformati, non essendoci l’obbligo di informare il consumatore sull’origine delle nocciole utilizzate.
Solo in alcuni casi i trasformatori evidenziano volontariamente la provenienza delle nocciole impiegate nei prodotti. Ricordiamo che l’Italia è il primo produttore europeo di nocciole, il secondo mondiale, e può vantare ben tre denominazioni di origine riconosciute dall’Unione Europea, la Nocciola del Piemonte Igp, la Nocciola di Giffoni Igp, la Nocciola Romana Dop.
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