La nostra azienda..

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La nostra esperienza deriva dal lavoro quotidiano di 36 anni. Per noi il fine non è mai il denaro, ma produrre il miglior prodotto rispettando l'ambiente. Il collante più importante in famiglia non è il denaro, ma il rispetto e gi affetti per ognuno dei componenti.

mercoledì 29 gennaio 2014

Il freddo della merla

Domani iniziano i giorni della merla, gli ultimi tre del mese corrente, quelli che, secondo la tradizione, coincidono con i più freddi dell’anno. Sul perché della locuzione “giorni della merla” ci sono diverse interpretazioni che fanno riferimento al pennuto. La versione più plausibile narra che una merla dalla piuma bianca, per ripararsi dal freddo di gennaio, si rifugiò in un camino, divenendo nera. Noi invece, oltre a coperte, camini, alcool, potremmo affidarci a strategie culinarie per raggirare i giorni di freddo più intenso. E cosa c’è di meglio di una scottante e consolatoria zuppa?
Ricordandovi che c’è stato un tempo i cui i nostri antenati facevano di necessità virtù, sopportando gli inverni più infimi con piatti poveri, caldi e nutrienti, per omaggiare la loro saggezza contadina, ho scovato una lista regionale di minestre  in brodo, come le chiamava il buon Artusi. Non solo non sono insipide, come qualche miscredente insinua, ma arricchiscono il nostro palato di gusto, calore e sostanza. Provare per credere! 
 
1) ZUPPA GALLURESE
Inauguriamo la serie con una ricetta proveniente dall’isola più lontana dello stivale: la Sardegna, terra di pane carasau, pesce fresco, deliziosi pecorini, ottima carne e grandi tradizioni gastronomiche.
La suppa cuata, originaria della Gallura, la zona nord-orientale, è un classico della cucina sarda. Si prepara con strati di pane raffermo bagnati con brodo di carne vaccina e di  pecora, alternati con formaggio fresco di vacca (casgiu spiattatu), cui si può (deve) aggiungere del pecorino stagionato.
 
2) MACCO SICILIANO
Un piatto arcaico della cucina popolare siciliana, conosciuto persino ai Romani. Si presenta come una purea di fave (consiglio quelle di Leonforte per non tradire l’origine della ricetta), ottenuta dalla lenta bollitura e successiva frullatura di quelle secche cui si aggiungono della cipolla, del pomodoro, verdura fresca (erbe di campo, bietole, cicorie), del finocchietto selvatico per aromatizzare e della pasta spezzata per renderla più densa. Olio a crudo, sale, pepe o peperoncino per condire.
 
3) LICURDIA CALABRESE
Avete presente la soupe d’oignons francese? Una zuppa di cipolle, preparata con burro, pepe, farina, brodo, arricchita di crostini di pane e formaggio e messa a gratinare nel forno. Forse non tutti sanno che ne esiste una versione nazionale, proveniente dall’alto cosentino. La zuppa calabra si chiama Licurdia ed è fatta con il fiore all’occhiello di questa terra, la cipolla rossa di Tropea. Viene servita in una terrina, sormontata da dei crostini di pane, spolverati da cacio ricotta e peperoncino. 
 
4) RIBOLLITA TOSCANA
E’ una delle ricette che identifica la cucina toscana, la Ribollita si presenta come un minestrone di verdure, ortaggi, legumi e pane raffermo. E’ un piatto di umili origini, lo si deduce già dal nome che fa riferimento all’uso contadino di prepararla con verdure avanzate e all’abitudine di ribollirla anche nei giorni successivi alla realizzazione. Ogni zona ha la sua variante, ma una ribollita, per essere “autentica” deve contenere almeno il cavolo nero e la verza come verdure e i fagioli come legume. 
 
5) PANCOTTO ROMAGNOLO
Il pancotto è uno dei piatti della cucina povera più diffuso per due motivi: consente di non buttare via niente ed è un ottimo rimedio contro il freddo invernale. Pane raffermo, acqua e olio extravergine d’oliva alla base, poi le varianti sono molte, dai tocchetti di prosciutto o guanciale o speck, alle erbe di campo, al parmigiano. La ricetta romagnola è un omaggio ai tempi in cui si mangiava veramente pane e acqua che sono gli unici ingredienti di questa zuppa, insieme all’olio con cui viene condita.
 
6) MINESTRONE LIGURE
Il lesso di verdure è un classico della cucina italiana. Semplice, si prepara con legumi, verdure e ortaggi di stagione. Carote, patate, sedano e cipolla non possono mancare come ingredienti, il resto è dettato dalla fantasia. Tra le varianti, merita di essere citata quella alla genovese che vede il piatto impreziosito da una cucchiaiata di pesto in superficie, tocco che dona un profumo inconfondibile. Si può arricchire con dei carboidrati: dai crostini di pane, al riso, alla pastina. Freddo, può essere il condimento ideale per il cous cous.
 
7) ZUPPA PAVESE
Pane raffermo, brodo di carne, uova, grana e burro: pochi ingredienti che fanno intuire l’origine umile di questa ricetta della cucina pavese. Si prepara con dei crostoni di pane abbrustoliti nel burro e dagiati su una terrina. Sul pane vengono rotte le uova, il cui tuorlo che deve restare integro, va bagnato con il brodo e cosparso di grana. Il risultato è un piatto all’insegna della semplicità, dall’alto contenuto calorico che riesce a sfamare senza tradire il gusto e a essere replicabile da tutti.  
 
8) MINESTRA DI CECI E ORZO TRENTINA
Esistono tante varianti di questa zuppa che io attribuisco al Trentino perché è nella Val di Non che l’ho assaggiata, ma la cui diffusione in realtà è tale che limitarla a una sola regione sarebbe intellettualmente disonesto. I protagonisti principali sono l’orzo perlato e i ceci che, inzuppati nel brodo, si possono combinare con diversi condimenti. Funghi porcini e salsiccia è la versione più popolare, ma consiglio di gustarla nature, preparata solo con orzo, ceci, carote, cipolla, rosmarino, sale e olio. ( articolo di Cristina Rambola')

sabato 25 gennaio 2014

Azienda Agricola Mecarelli: I nostri prodotti

Azienda Agricola Mecarelli: I nostri prodotti: La raccolta delle nocciole avviene meccanicamente, inizia nei primi giorni di settembre per concludersi, alcuni anni anche, ad ottobre. ...

Che fine settimana!

Una giornata intensa di lavoro, ma aver lavorato!
Che soddisfazione.Anche se la giornata è stata un po' troppo ventosa, la potatura dei noccioleti prosegue senza intoppi.Il Piccolo principe innaffiava la sua rosa, io con le piante ci parlo.
No non sono matto.Il contadino è un lavoro che mi sono scelto.Lo amo, mi da' immense soddisfazioni.
Un cielo terso di tramontana, con i raggi del sole che attraversano i rami è la giornata ideale per la potatura invernale, senza guardare l'est o l'ovest dei rametti.(Post precedenti)
Le piante piu' vecchie ancora stentano nell'apertura dei fiori maschili ma nell'impianto delle giovani si assiste ad uno spettacolo, per noi agricoltori del Viterbese, mozzafiato.Domani con l'aiuto dei miei figli mettero' le foto.
dal web  
La mia potatura è da esperto chirurgo. Passeggiando per le nostre campagne se ne vedono un po' di tante scuole.
Al posto del tradizionale vecchio cespuglio, per i nuovi impianti si preferiscono la forma a monocaule nelle diverse varianti: vaso libero, monocono e a ipsilon.
La tendenza attuale è per un aumento della densità di piantagione, per avere una veloce produttivita'; tenendo comunque conto della necessità di favorire la meccanizzazione, secondo me è consigliabile non scendere mai  sotto i 5 m fra le file.

giovedì 16 gennaio 2014


"Innaffiando la sua rosa si sentiva re "

Sara' il caso di complicarci la vita?

Quest'anno, avventurato in un viaggio insidioso ma avventuroso, pensavo che non avrei mai finito e invece...Che meraviglia la natura e la gente che ho conosciuto!
"Innaffiando la sua rosa si sentiva re "  diceva il Piccolo Principe, ed io aggiungo che un progetto diventa importante per quanto tempo gli si dedica.
Amo il mio lavoro,traggo il respiro dall'aria che muove ogni singola foglia e ringrazio per poter fare cio' che mi piace.
...Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto... e allora leggiamo l'articolo che ho trovato nel web:

Studio di differenti strategie per la potatura meccanica del nocciolo

Per 4 anni sono stati studiati gli effetti sulla quantità e qualità della produzione di nocciole di diverse modalità ed epoche di potatura meccanica su piante allevate a palmetta.
La potatura meccanica del nocciolo allevato a palmetta è accompagnata da un sensibile calo produttivo nell'anno di esecuzione dell'intervento. Ciò ha indotto i corilicoltori a potare in un certo anno solo un lato della palmetta e di potare l'altro nell'anno successivo oppure uno in primavera e l'altro in autunno. Per meglio chiarire gli effetti di queste scelte sulla produzione sono state poste a confronto  con un testimone non potato le seguenti tesi: 1) lato est del filare potato in primavera e lato ovest in autunno; 2) lato ovest in primavera e lato est in autunno; 3) entrambi i lati potati in primavera; 4) entrambi i lati potati in autunno. L'esperienza è stata condotta dal 2008 al 2011 su un noccioleto di 14 anni mai sottoposto a potatura dopo quella di allevamento e si è intervenuti con un taglio piuttosto pesante che ha asportato una fascia laterale di cm 40 di larghezza.
I migliori risultati sono stati ottenuti con la potatura sul lato est in primavera e su quello ovest in autunno e con quella in primavera su entrambi i lati.




mercoledì 8 gennaio 2014

Aliento de arboles



ALIENTO DE ÁRBOLES
Los árboles respiran
el descontento del día
viene la noche
con su cesta de sueños
nos respiramos vida
envuelto en el sueño ...



( presa dal web )




martedì 7 gennaio 2014

Azienda Agricola Mecarelli: I nostri prodotti

Azienda Agricola Mecarelli: I nostri prodotti: La raccolta delle nocciole avviene meccanicamente, inizia nei primi giorni di settembre per concludersi, alcuni anni anche, ad ottobre. ...

venerdì 3 gennaio 2014

Baci dal web




Baci tipo Perugina
per 50 baci circa
INGREDIENTI:
  • 120 gr di cioccolato fondente
  • 250 gr di nocciole (o 200 di granella + 50 nocciole intere)
  • 250 gr di nutella
  • 50 gr di cacao amaro
  • 200 gr di cioccolato fondente per la copertura
PREPARAZIONE:
Se avete preso nocciole intere tenetene da parte 50 e il resto tritatele fino ad ottenere una granella. Fondete il cioccolato a bagnomaria o al microonde e unitelo alla Nutella e al cacao,amalgamate la granella fino ad rendere il tutto omogeneo.

Riuscire a contenere i costi

Molto piu' spesso la parola chiave per essere accettati è contenere i costi.
Leggendo qua e la'ho saputo che la nocciola italiana  è la meno venduta in Europa. Il costo del lavoro penalizza il prodotto italiano sia in fase di raccolta che di trasformazione in semi-lavorati, percio' molte industrie per soddisfare i loro bisogni si rivolgono all'offerta di nocciole estere.
Neanche lo immaginiamo quanti giri può avere una nocciola!