La nostra azienda..

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La nostra esperienza deriva dal lavoro quotidiano di 36 anni. Per noi il fine non è mai il denaro, ma produrre il miglior prodotto rispettando l'ambiente. Il collante più importante in famiglia non è il denaro, ma il rispetto e gi affetti per ognuno dei componenti.

martedì 26 agosto 2014

#food #estate2014 #summer #holiday

Quanti ricordi!!
Adoravo mangiare il pane e pomodoro con foglie di basilico fresco oppure la frittata con il sugo, pecorino e maggiorana o ancora i fagioli regina con le patate in umido.I fagiolini "ciavattoni" con pomodoro,cipolla e uovo.Oppure la spalla di maiale "rotta" per l'occasione.
E per dolce una fresca rosetta con tanta crema di nocciola! Slurppp gnamgnam.
Questo era il pasto dei miei nonni quando passavano tutto il giorno in campagna per la raccolta delle "nocchie" ed io adoravo stare con loro.
Aspettavo la colta e la raccolta delle nocciole con grande trepidazione e gioia.Il piccolo appezzamento che preferivo era il Gorbaro, attraversato dal piccolo ruscello ricco di gamberi che tontoloni si facevano catturare con gli avanzi del pane e pomodoro.Riuscivo a sopportare perfino le ortiche pur di bagnarmi i piedi con l'acqua.
Era un terreno che irrigavano a scorrimento e i noccioli erano alti come querce,tra noci, crognoli e peri selvatici.L'abitat naturale di piccoli ghiri, scoiattoli e "gorbi"(volpi) affamate però di galline e pulcini.




Oggi ciop ce l'ho sotto casa! E' venuto a vivere in città, in campagna ci sono tutti con l'aggiunta dei cinghiali.


sabato 23 agosto 2014

Hazel-nuts

Continuando a leggere questo vecchio libro di appunti, mi fa' ricordare che le nocciole una volta colte e raccolte, venivano soleggiate e rimescolate a piu' riprese, in un piazzale vicino alle abitazioni di campagna detto  ara.Spesse volte non era altro che terra battuta con rulli di ferro e poi indurita bagnando abbondantemente nei giorni precedenti.

Che divertimento scivolare a piedi scalzi su quelle nocciole non ancora pronte per essere imballate!

L'esposizione al sole durava per molti giorni, prima e dopo la pulitura su grossi corvelli, e avendo cura di coprirle in caso di pioggia e della "guazza".La durata della conservazione nei magazzini poteva raggiungere anche l'anno, con tutti i pericoli e rischi che questo comportava.

giovedì 21 agosto 2014

E' tempo di nocciole

E’ tempo di nocciole. Questo aneddoto l’ho “sbrocchiolato” un paio di giorni fa.
(perdonatemi la lingua italiana) scrive Sergio Giustozzi e con sua concessione pubblico.


La “tuttata”
La “tuttata”, termine usato dai miei genitori e da nostri amici di Corchiano, indicava un modo specifico di affrontare/organizzare un lavoro nell’arco di tempo più breve possibile, di solito un giorno. A papà capitava di farla specialmente per la raccolta delle nocciole perché dovevamo poi partire per esigenze scolastiche per Roma, tant’è che le raccoglievano e le vendevamo verdi (cioè colte dall’albero, con tutto il “brocchiolo”) senza farle essiccare noi.
Le consegnavamo a “Giovanni il caciotto”, un carissimo amico di papà che era “del mestiere” e che le vendeva a un tizio di Caprarola o le “lavorava” aspettando qualche giorno per avere il prezzo migliore.
Il giorno della “tuttata” che per noi era organizzata sempre di domenica per non distogliere dalle proprie occupazioni i partecipanti, a casa nostra era una festa. Venivano le famiglie dei nostri vicini Cencio e il compare Ofelio, diversi cugini di papà, zio Elio, zio Miretto, zio Antonio il palettone, e un po’ di “opere” (contadini braccianti) che partecipavano <giusto perché si tu, Giova’>.
Il mattino, appena all’alba, si presentavano tutti a casa e si procedeva alla vestizione:
la tenuta di lavoro consisteva in abito personale comodo e una grande tasca ottenuta legando alla cinta le due estremità basse di una parannanzi. Questa legatura era mobile perché, scioltala, permetteva lo svuotamento del suo contenuto in grosse ceste, dalle quali poi si riempivano le balle. Venivano approntati anche dei lunghi bastoni ad uncino per tirare in basso i rami più lunghi ed un paio di scale in legno per le piante più “rognose”.
Naturalmente i lavori più complessi, uncinare e tirare i rami o salire sulla scala, spettavano di diritto agli uomini. Le donne e i giovani facevano la bassa manovalanza.
Papà mi fece notare, però, più volte, come le “signore” in questo lavoro fossero molto più svelte e produttive dei maschietti.
Io e le mie sorelle, Marco era piccolino, cercavamo di imitare i “lavoratori” ma il più delle volte eravamo loro solo di intralcio, così venivamo incaricati di mansioni più semplici come mantenere costante la riserva di acqua per dissetarci e qualche bottiglia di vino per gli uomini più “rudi”.
Si andava avanti così, senza interruzioni del lavoro ma accompagnando lo stesso con canti di gruppo o con sfottò, fino all’ora di pranzo.
Poi l’intervallo pranzo.
Nonostante tutti fossero forniti dell’occorrente per il proprio pasto mamma preparava sempre un “filo de pasta calda calda” col sugo di “regagli” di pollo.
Per tavolo, oltre a quello in cemento delle “cerquette”, papà preparava due palanche poggiate su “bigonzi” rovesciati e altre due poggiate su cortine di tufo come sedili.
Un’oretta e mezza circa per pranzare ma anche per scherzare, raccontare aneddoti, cantare, e se c’era zio Antonio con la fisarmonica ascoltare un po’ di musica, qualcuno approfittava per un breve sonnellino.
E si riprendeva fino al calar del sole. Di solito finivamo tutto in giornata, ma comunque per ultime venivano lasciate le piante del “fonnetto” davanti casa che, più piccole e comode erano “lavorate” il giorno dopo, “co’mpard’ora” da Carolina e la comare Valda.
Nell’arco di un paio di giorni Cencio o il compare Ofelio passavano col carretto, caricavano tutto e lo portavano a “Giovanni il caciotto” che aveva dei magazzini per la raccolta e una prima lavorazione davanti alla Chiesa Parrocchiale. 

Leggo qua e la'

Da un libro acquistato tanti anni fa'.

Un racconto e tante storie comuni a tante famiglie di "nocchiaroli".

Le nocciole cominciano a maturare e cadere verso la fine di agosto e la caduta dura a lungo e qualche anno anche a rilento, a volte fino ad ottobre.La raccolta si esegue a mano, raccogliendo le nocciole cadute naturalmente o scosse dalle piante.
Il sistema peggiore di raccolta è quello che viene descritto dal Montuori.
... Si scelga il villanzon piu' sano, agile e dalle braccia nodose che agiti e faccia sentir le scosse col maglio sui rami vigorosi senza troppo impiagare...
Io ho memoria invece di un uncino che afferrava le punte dei rami e scuoteva facendo cadere le nocciole mature.In tempi passati con il maglio si passava ben quattro volte ed immaginate un po' le ferite e i danni prodotti su quei rami.
In Sicilia, in tempi ormai lontanissimi, la raccolta veniva fatta esclusivamente da donne in tre tempi: alla caduta dei primi frutti, alla caduta scossa, e una terza volta per assicurarsi l'intero raccolto.
Le nocciole dimenticate, chiamate a Corchiano busca, venivano divise in parti uguali tra il proprietario e la raccoglitrice.
Anticamente in alcune regioni d'Italia, le raccoglitrici erano sottopagate e poi a fine giornata costrette a saltare per far cadere eventuali nocciole nascoste tra i vestiti.
Di diritto spettava ad esse le nocciole vuote e quelle multiple dette "FORTUNA"




sabato 9 agosto 2014

Ferragosto tempo di vacanze



Agosto moglie mia non ti conosco! Recitava così un proverbio molto utilizzato negli anni '60.
In questo mese e in quello successivo, noi agricoltori di nocciole altro che moje mia non ti conosco.
Non conosciamo neanche casa.Altro che vacanze. Ma confidiamo nel bel tempo e qualche giorno riusciremo a dedicarcelo per caricare le batterie e riprendere il cammino forti e pieni di energie.

martedì 5 agosto 2014

Quotazione nocciole

Il Ministero dell'Agricoltura turco comunica le sue stime sull'entità del raccolto 2014.

 

 

 Le previsioni sono di 387.960 tonnellate di nocciole, significativamente inferiori rispetto alle 512.000 annunciate recentemente dall' Unione esportatori turchi. 

 

Il mercato italiano è fermo ed i prezzi che si stimano sono molto alti.

Nocciola viterbese.



E' sempre azzardoso piantare delle piantine non autoctone.Queste nocciole ne sono la prova.
Cominciano a maturare e a cadere! Ma meno male che a Corchiano abbiamo la Tonda Gentile Romana, che ci dara' il tempo sufficiente per preparare il terreno, tosandolo e livellandolo, per la raccolta.
I miei nonni cominciavano a cogliere le nocciole lungo i fossati o nei punti soggetti a scaracciamenti o dilavamenti gia' dopo la fine della festa patronale di Gallese e i ritardatari dopo il ferragosto.
Noi tutti gli anni ci poniamo la stessa domanda: cadranno prima? E' una stagione anticipata?
Bha è la mia risposta. Il vero contadino apre la finestra e respira il tempo, gli altri dovranno fare i conti con i giorni di ferie!